Altitudine: m 431 s.l.m.
Superficie: km2 9
Distanza da Imperia: km 20
Abitanti:
- nel 1881 759
- al 2017 665
Festa patronale: 29 Giugno - San Paolo
Informazioni: Comune tel. 0183 54041
Il Borgo si estende su un terrazzo naturale in vista dell'Alta valle del Maro.
Feudo dei Conti di Ventimiglia, passò ai Lascaris ed infine, con Carlo Emanuele I entrò far parte dei domini sabaudi.
Rimase tuttavia importante un ramo dei Ventimiglia: i Ferrero De Gubernatis, che ottennero di poter governare Aurigo come feudatari dei Savoia.
Visita al Borgo
L'abitato originario si estendeva in alto, vicino alla chiesa di Sant'Andrea antica pieve medioevale attribuibile al XII, rifatta in epoca barocca. Quindi gli abitanti scesero più in basso, per difendersi dalle scorribande saracene, ed essere sotto la protezione del signore e del castello.
Proseguendo sulla provinciale sino al primo incrocio a sinistra, qui troviamo il monumento ai caduti e la freccia che indica Guardiabella; siamo sulla strada giusta per giungere, tra gli ulivi, al Santuario di San Paolo. Questo sorge su di un bel piazzale reso suggestivo dai resti di antiche colonne.Il Santuario è tra i pochissimi esempi di architettura rinascimentale del Ponente. L'edificio venne eretto nel cinquecento su di una costruzione tardo-medioevale di cui rimangono l'abside quadrangolare sormontata dalla rara cupola ottagonale e da due bei capitelli in pietra, troviamo gli altri due ai lati della fontanella.
A sinistra del tozzo quadrato campanile settecentesco si apre il coevo portico a sedili retto da una colonna in pietra. Il portale del 1602 abbellisce la facciata ed è racchiuso fra due lesene intagliate in alto con figurine di angioli ed in basso con quelle di San Pietro e Sant'Andrea, in alto al centro c'è l'edicola con bassorilievo di San Paolo con il libro e in basso la data 1604, al centro dell'arco a tutto sesto veglia un mago custode.
In facciata si apre una finestrella con una rozza acquasantiera in pietra, da cui possiamo ammirare l'interno barocco: dietro l'altare maggiore, in un tempietto a colonne con fregi in oro è meritevole di una particolare attenzione il polittico di san Paolo con i Santi Pietro e Giovanni dipinti nel 1567 da Giulio e Raffele De Rossi. Le balaustre in pietra nera riportano bellissime sculture del 1604.
Proseguendo la strada per i Casoni si raggiunge la zona Aurighi (terre esposte al sole) ove a 600 mt di altitudine nel 1242 sorgeva il paese vero e proprio, esiste ancora la chiesetta di Sant'Andrea romanica del secolo XI e XII circondata da vigne con davanti un magnifico panorama della Valle. L'edificio conserva originari l'arco in pietra del portale nel fianco sinistro e l'abside la cui base rivela i massicci conci squadrati medioevali, per il resto coperti dall'intonaco.
Originario fino alla campana è anche il bel campanile in conci ben squadrati a regolari corsi orizzontali, sul lato di ponente è rimasto l'arco della porta sormontato da quello di una alta e stretta bifora, entrambi ora murati, mentre verso valle la feritoia rivela l'uso anche militare della struttura. Il campanile era una delle torri di avvistamento del Castello dei Conti di Ventimiglia, l'altra, La Colombera, quasi completamente distrutta e sul costone verso Poggialto.
La chiesa di Sant'Andrea si staccò dalla matrice di Santi Nazario e Celso verso il 1424 e fu la prima parrocchia della zona.
Ritornando in paese si arriva in Piazza Castello, all'inizio della via centrale del borgo, a sinistra si può ammirare il bel portale del palazzo dei Marchesi Ferrero De Gubernatis di Ventimiglia con scolpito lo stemma nobiliare della casata. In questo palazzo è conservata altresì la stanza-cappella affrescata, la vecchia cucina e l'antica cantina con il portale in pietra nera recante la scritta UT EXELLAT INTUS, porta dalla quale si accedeva alle prigioni. Caratteristiche del palazzo sono: la colonna dorica a base dello scalone ed il soffitto dell'entrata a volte a vela nonché il pavimento d'ingresso ancora fatto con l'antico selciato.
Sotto Piazza Castello c‘erano le prigioni, la fortezza era nell'attuale giardino dei Marchesi Ferrero De Gubernatis di Ventimiglia dove sono tutt'ora visibili i resti dell'antico maniero. Il palazzo era collegato al castello da un passaggio segreto sotterraneo.
Entrati nel borgo dalla via centrale, superato a sinistra il sovrapporta con angiolo intagliato in marmo, troviamo un'architrave scolpita con il motivo "Gesù che lava i piedi agli Apostoli. Poco dopo una nicchia con un dipinto ad olio di Sant'Antonio da Padova. Proseguiamo ed arriviamo in Piazza Concezione ove si apre a destra la loggia municipale cinquecentesca e più avanti, sopra l'archivolto a sinistra, è murata una lapide intagliata a testa d'angelo.
Siamo giunti sul sagrato della parrocchiale chiesa della natività di Maria Vergine, originaria del quattrocento ma poi ampliata in epoca barocca dal famoso architetto G. F. Marvaldi e decorata internamente con stucchi barocchi. Furono demolite le pareti laterali e il prolungamento di facciata ed abside riusate come pareti laterali della nuova costruzione, la cui pianta divenne così a croce latina murando l'ingresso originario sul fianco destro del nuovo edificio, originaria è anche la parte bassa del campanile.
Sulla facciata, arricchita in alto dalla statua in marmo della Vergine con Bambino, si apre la porta principale, ben tutelata da due maghi-custode a braccia conserte intagliati a bassorilievo nei medaglioni degli stipiti, la protezione è completata dall'angiolo che sorveglia l'ingresso dal centro dell'architrave. All'interno dov'è conservato un organo importante, già ammirato da Perosi nel 1911, c'è a destra l'acquasantiera in marmo intagliata nel 1671 da mastro Benedetto Bruno, oggetto prelevato dal vicino oratorio.
Entrando a destra nella cappella della famiglia Bruna si può ammirare uno splendido crocifisso del 1576 con alla base lo stemma di detta famiglia sotto questo è murato l'armadietto dell'olio santo in pietra intagliata del 1710. A sinistra, invece, si trova la cappella dei Marchesi Ferrero De Gubernatis Ventimiglia.
Sulla parete centrale, di diritto patrizio dei Marchesi, si nota l'affresco del 1712 che raffigura la Madonna Assunta in cielo con San Luca, San Giovanni e SanVincenzo Ferrevi domenicano (1337-1419) santo di questa famiglia e protettore degli infermi. Nel centro della cappella si ritrova il pregevole fonte battesimale in marmo bianco del 1587, in alto lo stemma dei Marchesi Ferrero. A destra della chiesa c'è l'oratorio di San Giovanni Battista sede della omonima confraternita maschile e di quella femminile di Santa Caterina.
All'interno dell'edificio sono conservati statue ed arredi delle stesse. A destra si trova un'acquasantiera in pietra nera sostenuta da due capitelli quattrocenteschi, intagliati rispettivamente in marmo ed in pietra. Oltre varie edicole posizionate attorno al paese, nei carruggi si notano numerose nicchie con santi e madonne.
Al di sopra della località "Casoni" mt. 800, domina la Valle Impero il monte Guardiabella altitudine 1218, teatro di aspre battaglie sia delle legioni romane che sconfissero i liguri, che dell'esercito napoleonico. Quanto detto è confermato dalle denominazioni di alcune località che presero il nome dalle suddette battaglie.
"A Capitania" al culmine di Guardiabella, zona di avvistamento e di comando.
"Sottu dell'Arma" deposito di armi.
"Picchi driti" "Picco ritto" zona di difesa con sbarramento di grossi massi.
Sempre in Guardiabella, in fondo ad un vallone di prati non esposto al sole, in una struttura circolare con contrafforti in pietra "A Nevea" veniva raccolta e pressata la neve. Trasformata in ghiaccio, tale neve era utilizzata per curare le ferite dei soldati e altre malattie (spesso il percorso del ghiaccio finiva via treno agli ospedali genovesi).
Tornando sulla provinciale a destra, dopo due chilometri e mezzo si arriva a Poggialto frazione di Aurigo.
Per via San Bernardo si raggiunge il sagrato della chiesa omonima barocca, che conserva all'interno un'acquasantiera medioevale con pietra nera su colonna e la statua lignea della Vergine del Rosario contornata da un bellissimo dossale ligneo di anonimo databile al XVI e XVII secolo (scuola Alpi Marittime) in legno di castagno, tiglio, pioppo e noce scolpito, stuccato e dipinto ad olio, recentemente restaurata.
Nella stessa strada di fronte c'è un portoncino in legno intagliato e più avanti una piccola edicola.