Montegrosso Pian Latte

Altitudine: m 721 s.l.m.

Superficie: km2 10

Distanza da Imperia: km 31

Abitanti:
- nel 1881 469
- al 2017 118

Festa patronale: 3 Febbraio - San Biagio

Informazioni: Comune tel. 0183 328731


Montegrosso è un tipico borgo ligure montano ad economia silvo-pastorale che storicamente ha seguito le sorti di Pornassio.

L'epiteto "Pian Latte", che si riferisce propriamente al contiguo passo montano dalla cui direttrice si sviluppò anticamente il paese attuale, ed è citato come Planum Lactis nelle fonti medievali, costituisce un ulteriore ed esplicito richiamo alla diffusa pratica dell'allevamento.

Visita al Borgo

Superate all'inizio del paese la cappella della Madonna delle Grazie sul lato destro della strada e la cappella di San Sebastiano su quello opposto parcheggiamo nello spiazzo a sinistra e raggiungiamo a piedi la parrocchiale chiesa di San Biagio, di origine trecentesca ma interamente rifatta in epoca barocca quando le fu aggiunto anche il portico a sedili sul frontale; sulla parte opposta della strada c'è il barocco oratorio di San Biagio del 1783, sede della omonima confraternita.

Aggirando sulla destra la chiesa, che conserva affreschi barocchi all'interno dell'abside, ne raggiungiamo la porta laterale protetta dal portichetto ed arricchita da un architrave monolitico del 1435 intagliato con Agnus al centro, angiolo con cartiglio svolazzante da un lato e sull'altro San Biagio con libro in mano, vaso di fiori e capretta; poco oltre si alza il campanile in pietra che conserva nella parte inferiore la feritoia che ne rivela l'uso militare.

Percorrendo la stradina a monte dell'abside troviamo sotto il voltone a sinistra un architrave del 1583 intagliato a Trigramma; da qui torniamo al sagrato risalendo poi la gradonata in cubetti di porfido che ci porta in piazza Caduti dove murato nella parete di fronte a noi c'è un gigantesco architrave monolitico intagliato con Trigramma in raggiera, vaso di fiori stilizzato ed Agnus.

Risalendo la centrale via IV novembre osserviamo nello slargo a destra il forno pubblico che cuoceva il pane di tutto il villaggio; per evitare promiscuità incontrollate però diverse famiglie si erano consorziate con un proprio forno comune, come quello che si trova sotto l'archivolto a sinistra in via Sant'Anna che si stacca di fronte alla fontanella qui vicina; altre case hanno invece il proprio forno privato in cucina.

Le costruzioni, dalla semplice povera architettura montana ben evidente qui attorno e poi anche lungo via San Marco, si concludono poco più in alto con la spoglia cappella di San Bernardo fiancheggiata dalla fontanella che assieme al forno esaurisce la rete dei servizi pubblici di questa povera economia di sopravvivenza.

Tornando indietro, poco prima di piazza Caduti imbocchiamo a destra la strada che nelle case che la fiancheggiano ci mostra ciò che è stato, ciò che è, e purtroppo (e qui sono doverosi debiti scongiuri) con le sue rovine anche ciò che potrà essere di questo paese, usciti dal quale da qui in una mezz'ora di sentiero ben tenuto possiamo raggiungere la cappella di San Lorenzo; cento metri dopo si apre fra i castagni il "Prato delle ciane" in fondo al quale assieme ai rustici casoni utilizzati ormai solo saltuariamente durante la raccolta delle castagne sopravvivono i ruderi dei lugubri muri della Cà Longa, l'antico penitenziario della Repubblica di Genova.

Il sentiero prosegue poi in piano nel boschetto portandoci in un quarto d'ora di passeggiata alle cascate del torrente Bastia che ci precipita addosso formando un minuscolo laghetto; una mezz'ora di cammino più avanti verdeggia il "Bosco delle ciase", ben conosciuto da chi va per funghi.

Tornati indietro e ripresa l'auto possiamo aggirare il paese e, lasciata a sinistra la cappella di Sant'Anna, proseguire prendendo a destra al bivio verso "Case Fascei" dove sorgono sui prati, a milletrecento metri di quota, le malghe dei "Tecci", modeste costruzioni già abitate dai pastori; parecchie sono già state trasformate in villini che, se da un lato fanno inorridire i puristi, sono dall'altro beneauguranti per l'avvenire del borgo.

Rientrati sulla provinciale prendiamo a sinistra per Mendatica.