Altitudine: m 721 s.l.m.
Superficie: km2 41
Distanza da Imperia: km 32
Abitanti:
- nel 1881 908
- al 2017 218
Festa patronale:
29 Giugno - Santi Pietro e Paolo
Informazioni: Comune tel. 0183 327803
Cosio d'Arroscia fu già sede della Villa aziendale romana ubicata sul "Cuneus medianus".
Il significato del toponimo è stato interpretato inoltre come derivazione da un insediamento di una popolazione ligure preromana e romana, i cosiddetti Cosuanetes, il cui nome è menzionato pure nell'elenco delle tribù alpine riportato nel monumento fatto erigere da Augusto a La Turbie.
Molte le lotte cui partecipano vari signorotti locali che continuano a disputarsi il villaggio finché nel 1385 il "lodo" del magistrato genovese Antoniotto Adorno definisce il contenzioso affidando il borgo in feudo ai Lengueglia, che naturalmente giurano fedeltà a Genova cui da allora Cosio appartiene.
Il paese, solo oggi sfiorato dall'interesse degli appassionati della neve, mantiene intatto il proprio tessuto medievale.
Visita al Borgo
Parcheggiamo ad inizio paese e scendiamo a destra la rampa in cubetti di porfido che ci porta alla Loggia Municipale sotto cui si apre a destra il semplice portale del vecchio Municipio e a sinistra quello in pietra nera dell'oratorio dell'Assunta con il massiccio monolitico architrave intagliato a Trigramma gotico; l'oratorio è sede della confraternita maschile di Sant'Andrea e di quella femminile di Santa Caterina, fra le pochissime del Ponente tuttora attive.
Dalla finestrella in facciata possiamo osservarne l'interno, furiosamente addobbato con ampi festoni in tela bianca rossa e blu; lo snello campanile trecentesco, con due bifore a colonnina in marmo per ogni lato e due basse feritoie alla base, è meglio visibile dalla sottostante piazzetta Scuole.
Tornati sulla via principale continuiamo a scendere raggiungendo il vasto sagrato della chiesa di San Pietro ricostruita nel Seicento sul preesistente edificio quattrocentesco di cui restano i rocchi di colonna ai due lati dell'ingresso e, curiosamente, all'interno, i due capitelli, posati a terra uno a destra e uno a sinistra dell'altar maggiore; negli stipiti in marmo all'ingresso sono incise le date 1618- 1636 di inizio e termine della ricostruzione.
All'interno, paludato con festoni in tela qui bianchi rossi ed oro, a sinistra dell'altar maggiore è conservata fra anonime tele del Seicento la cinquecentesca tela "I Misteri del Rosario", con cornice che segue in tondo i quadretti che circondano l'immagine della Vergine; nella vicina cappella di sinistra c'è l'altro dipinto assai più semplice sullo stesso tema, con le quindici scene raggruppate in tre fasce alla base dell'opera, priva di cornice.
Usciti dalla chiesa aggiriamone il fianco sinistro passando sotto la loggia oltre il campanile e torniamo sul sagrato, da cui risaliamo prendendo poi a destra per via Palestro ed addentrandoci nel cuore del borgo medievale dai vicoli quasi interamente coperti dagli archivolti.
Superata la lapide murata al centro del volto e il piccolo lavatoio semicircolare arriviamo allo slargo da cui se ci inoltriamo a destra sotto il volto di via Contraria troviamo subito dopo a destra un sovrapporta intagliato a Trigramma; se invece saliamo la rampa a sinistra raggiungiamo la piazzetta sotto il cui volto a sinistra si apre un portale in pietra nera del 1591 con architrave intagliato a Trigramma in un tondo e stipiti decorati a motivi floreali con rosetta al centro, decorazione che si ripete identica sulle due lapide murate ai lati della scala adiacente.
Attraversata la piazzetta passiamo sotto il volto a destra e subito dopo prendiamo a sinistra la scala di vico Gandolfi, superando lungo la scala dello stretto passaggio a destra la casa con finestra a stipiti in tufo.
Dopo il sovrapporta monolitico in pietra liscia a sinistra inoltriamoci sotto il volto di via Mazzini raggiungendo il portale con stipiti decorati a motivi floreali al civico 36 sul cui architrave la protezione cristiana del Trigramma centrale è integrata da quella pagana dei due maghi-custode ai lati.
Poco più avanti c'è a destra una arcaica casa trecentesca con portale in pietra liscia ad arco a tutto sesto sormontato da una bifora con colonna in pietra e massiccio davanzale monolitico; peccato che al piano superiore il malaccorto recente inserimento di un terrazzo abbia deturpato tutta la facciata.
Passiamo sotto il volto e giriamo a destra; sboccati in piazzetta Vittorio Emanuele prendiamo a sinistra e proseguiamo dritti passando lungo il fianco dell'oratorio da cui risaliamo a destra a riprendere l'auto.
Una riflessione prima di lasciare il paese: di particolare interesse è il Museo delle Erbe.
Alla conoscenza delle stesse è dedicata una sagra.
Il modesto paesino di Cosio ha una inaspettata importanza per la cultura e l'arte contemporanea: essendo la culla del movimento Situazionista il cui manifesto fu qui redatto nel 1957.
Attraversato il borgo, proseguendo lungo la provinciale sbocchiamo dopo tre chilometri e mezzo di escursione montana sulla Statale 28, da cui discendiamo a destra attraversando le borgate di Case Rosse e quindi Pornassio e Pieve di Teco continuando a scendere fino al mare sulla via già percorsa all'andata.
Se invece voltiamo a sinistra saliamo ai 941 metri di quota del colle di Nava da cui si scende su Nava per finire all'abitato di Ponte di Nava, che segna il confine tra Liguria e Piemonte; da qui è possibile tutta una serie di belle escursioni naturalistiche di carattere ormai decisamente montano.