Olivetta San Michele

Altitudine: m 152 s.l.m.

Superficie: km2 14

Distanza da Imperia: km 60

Abitanti:
- nel 1881 1558
- al 2017 224

Festa patronale: 13 Giugno - Sant'Antonio di Padova

Informazioni: Comune tel. 0184 222333


Olivetta, dotata anche di un munito castello di cui rimangono i ruderi al vertice della collina in territorio oggi francese, dovette ripetutamente difendersi dalle incursioni dei Savoia, che nel 1451 ricorsero anche alla banda del brigante Giovanni Brondetto di Sospello che con centosessanta uomini conquistò il borgo.

Solo dopo un assedio durato circa un anno, Enrichetto Doria di Dolceacqua - governatore del territorio per conto di Genova - riconquistò Olivetta.

I Savoia continueranno periodicamente a riprovarci intensificando gli attacchi a partire dal luglio 1625, quando inizia la grande guerra con Genova.

Nel 1672, i Piemontesi tornano alla carica con don Antonio di Savoia, che stringe d'assedio Olivetta e

minaccia di far intervenire due cannoni e ben venticinquemila uomini.

Il comandante Gerolamo Maria Gastaldi ribatte: "Vengano pure, che ci vogliamo battere", ma fortunatamente giunge la notizia dell'armistizio che sfocerà nella pace firmata l'anno successivo ed i Savoiardi si ritireranno senza colpo ferire.

A premio della sua eroica resistenza, il borgo ottenne da Genova l'esenzione dalle gabelle.

Visita al Borgo

Oggi Olivetta San Michele è un piccolo centro con abitazioni ben restaurate (dotato, in Bassa Nova frazione di San Michele, della sua stazione ferroviaria), senza monumenti di particolare interesse; la chiesa di Sant'Antonio da Padova ha un grande affresco nell'abside e la statua del Santo in facciata.

L'oratorio è una moderna palazzina ove ha sede anche il locale Ufficio Turistico.

Tornando indietro, se all'incrocio con la Statale 20 prendiamo a sinistra raggiungiamo il valico di frontiera di Fanghetto nei cui pressi sorge un bel ponte romano.

Proseguendo, dopo undici chilometri arriviamo a Breil e dopo altri quindici a San Dalmazzo di Tenda, da cui proseguiamo sulla strada stretta seguendo le indicazioni per Les Mesches-Casterino.

Dopo nove chilometri di stretti tornanti raggiungiamo l'area col grande lago artificiale delle Mesches. Qui lasciamo l'auto e prendiamo a sinistra la "route jeepable" che risale il Vallone della Miniera inoltrandoci poi nella Valle delle Meraviglie con i suoi misteriosi graffiti sulle pendici di Monte Bego.

Scalpellati rozzamente sulle rocce sono oltre cinquantamila disegni, i più antichi dei quali risalgono ad oltre tremila anni fa.

Una prima particolarità è costituita dal modo di rappresentazione: buoi e scene di aratura sono infatti riprodotti come visti dall'alto, e cioè in pianta; ma il vero mistero di queste incisioni sono i numerosi disegni rimasti fino ad oggi indecifrati.

E se i poligoni irregolari accostati possono far pensare a mappe di terreni o carte celesti o mappe di villaggi o recinti con greggi, altri segni non offrono invece il minimo appiglio alla ragione per farci capire cosa possano rappresentare; proprio il fascino dell'incognita è il motore che spinge a camminare ed esplorare questi luoghi.