Altitudine: m 371 s.l.m.
Superficie: km2 11,27
Distanza da Imperia: km 25
Abitanti: nel 1881 139 - al 2017 553
Festa patronale: 30 Novembre - S. Andrea
Informazioni: Comune tel. 0182 988004
Se risaliamo la Val Varatella che da Borghetto Santo Spirito conduce a Toirano, possiamo salire verso Carpe e Bardineto da una parte e Balestrino dall'altra: ci soffermiamo su quest'ultima località racchiusa tra i verdi monti dell'Appennino Ligure.
Tra tutti i paesi, difatti, che abbelliscono questa parte dell'entroterra savonese, Balestrino è senz'altro uno dei più suggestivi, ricco di antiche tradizioni e di ricordi che esprimono, attraverso la loro storia e leggenda, la virtù e la fierezza dei suoi abitanti.
Visita al Borgo
Tra le villette di recente costruzione, appare in alto, saldo e maestoso, il Castello ancora dominante il vecchio borgo.
Il paese è aggrappato a spirale intorno alla rocca sulla quale il Castello venne costruito nell'odierna struttura da Pirro II Del Carretto.
Solo lui (il Castello) rimane solidamente ancorato alla roccia, mentre tutto il vecchio paese è stato abbandonato nel 1962-1963 a seguito di fenomeni franosi.
Anche le sue mura ed i suoi bastioni dai quali si aprono le feritoie, ancora visibili.
Si sa per certo che tre antiche nobiltà si succedettero nel governo di Balestrino (il cui nome deriva da "balestra" arma bellica romana).
Quando i monaci furono costretti ad abbandonare queste terre a causa delle prepotenze e delle invasioni dei feudatari limitrofi e si ritirarono a vita claustrale nell'Abbazia di monte San Pietro, apparve la podestà dei Conti Bava, dei quali poco si conosce. Vissero modestamente occupandosi più che altro di agricoltura.
L'ultimo rappresentante di questa stirpe, Federico Bava, vendette in più riprese i suoi diritti feudali su Balestrino ai Marchesi del Carretto di Zuccarello.
Solo di questi ultimi (la cui dinastia si estinse nel 1954 con la morte dell'ultimo discendente avvocato, commendatore Domenico) si conoscono con certezza i nomi e le alterne vicende che li videro protagonisti durante i lunghi anni della loro signoria, che si estese da Savona a Finale Ligure fino alla piana di Albenga e dell'entroterra albenganese fino alla zona delle Langhe in Piemonte, confinanti a tratti col ducato di Savoia con la Repubblica di Genova.
Antenati illustri di tale casata, che nel 1500 ottenne da Massimiliano I la regolare investitura del marchesato di Balestrino, furono Bonifacio di Monferrato che capeggiò la crociata proclamata da Papa Innocenzo III; Alice di Savoia ed Enrico anch'egli valoroso crociato.
Nel 1509 i feudatari si stabilirono nel castello, eretto sulla roccia del "Castrum Balestrini" un tempo posizione avanzata delle legioni romane che sorvegliavano l'antica via del sale e del ferro, la quale, oltrepassando il monte Sambuco, portava in Piemonte.
Si tramandano, nel susseguirsi dei secoli, storie e leggende sul castello e sui suoi abitanti e anche sul fiero comportamento dei balestrinesi nelle lotte per salvaguardare la loro libertà e la loro indipendenza, sia contro i feudatari prepotenti, sia contro le truppe straniere di occupazione.
Si sa che il 16 marzo 1561, Pirro II, figlio del Marchese Antonio, fu trucidato nel suo letto assieme alla "druda" Catina Barba, una plebea di Monesiglio dalla quale aveva avuto due figli e che col suo lusso e le sue stravaganze aveva irritato la popolazione.
Dopo il delitto, il castello fu assalito e saccheggiato. I balestrinesi ribelli, ripararono con le famiglie, nella vicina Toirano.
Ma a parte questi foschi episodi, i discendenti di Pirro II, incominciando dal figlio Giò Antonio, Marchese di Bardineto e di Bossolasco, governarono con giustizia e resero il feudo rispettato e temuto.
A Giò Antonio, successe il terzogenito Enrico II e dopo di lui, divenne Signore di Balestrino, Ottaviano I che sposò Bianca Costa, unica erede dei Conti di Garlenda, Conscente, Lengueglia, Paravenna e Sant'Onororato, paesi che gli portò in dote.
Ottaviano I fu munifico Signore. Abbellì il castello ed il paese, facendo erigere anche una nuova chiesa parrocchiale, quella di Sant'Andrea.
Gli succedettero Donato I e Ottaviano II che fondò l'ospedale, la prima stamperia e decretò moneta propria.
Si può dire che quello fu il periodo aureo di Balestrino che era divenuto un feudo operoso e indipendente, superando in benessere ed organizzazione tutti i paesi vicini.
Purtroppo, dopo pochi anni nel 1795, il castello ed il borgo furono assaliti dalle truppe francesi ed il Marchese Giò Enrico IV, fu costretto a ritirarsi a Genova dove rimase fino al 1814.
Solamente nel 1850 Donato III fece ricostruire il castello avito nella superba struttura che si ammira tuttora e suo figlio Vittorio, che sposò la Marchesa Cambiaso di Genova e fu deputata al Parlamento subalpino, cercò di riportare il paese all'antico benessere, curando con giustizia e libertà gli interessi del popolo.
Egli lasciò erede il figlio Domenico morto nel 1954, col quale la dinastia si estinse.