Altitudine: m 512 s.l.m.
Superficie: km2 9
Distanza da Imperia: km 19
Abitanti:
- nel 1881 314
- al 2017 279
Festa patronale:
13 Dicembre - Santa Lucia
Informazioni: Comune tel. 0183 55920
Già feudo dei marchesi di Clavesana nell'alto Medio Evo, Cesio viene da questi ceduta alla Repubblica di Genova nel Milletrecento, e sarà poi acquistata dai Savoia assieme ad Oneglia.
Nei secoli altomedievali il paese passò sotto il controllo del Comitato di Albenga, il cui vescovo estese la sua giurisdizione sui principali centri della Valle di Oneglia, che avrebbe mantenuto sino alla fine del XIII secolo.
Cesio risultava allora inserito amministrativamente nell'antica Castellania di Monte Arosio, che comprendeva anche i borghi di Gazzelli, Chiusanico, Torria e Chiusavecchia, oltre ai due centri della Val Merula Testico e Poggio Bottaro, una circoscrizione - alla quale si contrapponeva più in basso quella di Bestagno - che risulta in particolare dagli atti di vendita di Oneglia ai Doria nel 1298 e dagli antichi Statuti della Valle di Oneglia.
Nel corso del XIII secolo il paese era entrato a far parte dei domini dei conti di Ventimiglia signori del Maro, che eressero una struttura fortificata nella frazione di Cartari, la quale, assieme a quelle costruite sui monti Baraccone, Arosio e Torre, costituiva una fitta rete di postazioni militari finalizzate alla guardia e sorveglianza dei nodi orografici sovrastanti il tratto di costa compreso tra Capo Santa Croce, nei pressi di Alassio, e Capo Berta.
Nel 1233 il borgo partecipò con altri paesi della valle alla fondazione di Pieve di Teco, mentre all'inizio del secolo successivo Cesio fu venduto dal conte Oberto di Ventimiglia, signore del Maro, a Federico Doria per la somma di 1600 lire genovesi con atto stipulato il 9 ottobre 1301.
Nel 1576 il paese fu poi venduto dai Doria del Maro al duca Emanuele Filiberto di Savoia assieme al borgo di Arzeno, mentre Cartari rimase sotto il dominio della Repubblica di Genova.
Nei secoli successivi, nonostante guerre e carestie, il paese visse un periodo di notevole sviluppo economico e demografico fino al periodo della dominazione francese, quando nel 1800 sul Monte Mucchio di Pietre gli Austro-Piemontesi inflissero una pesante sconfitta alle truppe repubblicane francesi.
L'anno successivo il borgo fu sottoposto a un violento saccheggio da parte di una banda di circa cinquecento predatori provenienti dalla Valle di Oneglia e dai versanti dei torrenti Lerrone e Arroscia, i quali, sotto pretesto politico ma in realtà con la sola mira di predare, invasero Cesio, mettendo in fuga gli abitanti terrorizzati e abbandonandosi quindi a saccheggiare le case e uccidere i pochi infermi che non avevano potuto mettersi in salvo, oltre a far strage e preda di bestiame.
Visita al Borgo
Al centro del borgo sorge la barocca chiesa di Santa Lucia sul cui sagrato sopravvive una curiosità: una lapide fascista con i suoi due fasci littori, che ricorda "l'assedio" (le ben note "sanzioni") subìto dall'Italia imperialista alla caccia di un "posto al sole".
In frazione Cartari ci sono i ruderi di una fortezza.
Proseguendo oltre Cesio, se al bivio prendiamo a destra possiamo raggiungere con una naturalistica escursione tra i boschi il Passo del Ginestro con panoramica vista sul mare e da qui discendere su Andora, oppure su Alassio, o (come già visto) anche su Albenga.
Ad Arzeno il campanile ha una torre medioevale e tutt'ora il Borgo conserva la struttura del periodo.
Prendendo invece a sinistra arriviamo al Colle San Bartolomeo (m 620 s.l.m.) da cui si scende a destra per Pieve di Teco.