Altitudine: m 900 s.l.m.
Superficie: km2 25
Distanza da Imperia: km 40
Abitanti:
- nel 1881 1582
- al 2017 331
Festa patronale:
6 Dicembre - San Nicolò
Informazioni: Comune tel. 0184 673054
Bajardo fu già ai tempi della dominazione romana un rilevante centro abitato dai Liguri Euburiates, ricordati da Strabone nel suo "Trattato di geografia"; nel 1130 viene raggiunta dalla potenza di Genova cui resterà sempre soggetta, fungendone da validissimo baluardo contro la penetrazione sabauda.
Il terremoto che il 23 febbraio 1887 sconvolse il Ponente ligure fu con Bajardo particolarmente crudele: quella mattina, mercoledì delle Ceneri, il tetto della chiesa rovinò sui fedeli uccidendone duecento, un quarto dell'intera popolazione.
I ruderi della chiesa vecchia di San Nicolò, ancora oggi a cielo aperto, restano a testimoniare quella tragedia.
Visita al Borgo
Bajardo è un semplice borgo ligure montano in cui si sovrappongono, ai fin troppo chiari segni di abbandono del suo nucleo più elevato ed antico, le ristrutturazioni in seconda casa di molte delle sue abitazioni abbandonate dagli autoctoni a favore dei forestieri amanti della bassa montagna.
All'inizio del paese, di fronte al distributore di benzina, subito dopo la sconsacrata chiesa di San Rocco possiamo superare il cancello e attraversato il giardino salire la scaletta che ci porta alla modesta Pinacoteca Civica, aperta solo la domenica.
Poco più avanti sorge la nuova chiesa di San Nicolò che ha sostituito la distrutta parrocchiale e poco più avanti, rozzamente affrescato in facciata, c'è l'oratorio di San Salvatore che conserva dietro l'altar maggiore il polittico "Trasfigurazione" del 1552 di Emanuele Macario da Pigna.
Alla parte più antica del borgo accediamo tenendoci a sinistra ed imboccando poi allo slargo la rampa che sale a destra sotto il volto; proseguendo lungo il vicoletto che passa sotto i volti delle case dalla tipica struttura montana arriviamo al bivio con a sinistra un portale in pietra ad arco ogivale, da cui salendo sulla destra raggiungiamo la parte più elevata del paese.
Qui sorgeva il castello ricordato dalla ballata della barca, di cui però non rimane traccia essendo stato inglobato nella originaria chiesa romanica a sua volta compresa poi nella settecentesca chiesa di San Nicolò di cui abbiamo di fronte i ruderi.
Alla violenza del terremoto del 1887 sono sopravvissuti solo i muri perimetrali; l'ingresso è preceduto dal portichetto su due colonne in pietra con capitelli decorati e volta a crociera affrescata con colomba; il portale è in pietra nera ad arco ogivale, con architrave monolitico intagliato a Trigramma in un tondo e due semicolonne agli stipiti.
A destra c'è il campanile con feritoie, troncato dal sisma al primo ordine di monofore, su cui poggiano i ruderi della canonica abbandonata.
Lungo il vialetto lastricato a sinistra della chiesa restano dell'originaria struttura romanica due semicolonne con capitello uguali a quelle poi murate sulla nuova facciata, e più avanti ruderi con archi.
All'interno della chiesa c'è a destra la lapide in marmo di un altare privato del 1731 e la porta che immette al campanile; più avanti l'unico altare rimasto intatto, dedicato a Sant'Antonio, e quindi la porta laterale che si apre sul ciottolato sagrato.
A sinistra della porta è murata nella parete esterna una lapide mutila intagliata a Trigramma fra le lettere RM e FL; una panchetta in pietra segue la parete.
Scendiamo tra case in abbandono lungo la rampa a destra dell'ingresso principale della chiesa e attraversato il borgo ci ritroviamo in piazza De Sonnaz dove riprendiamo l'auto.
Imboccando la prima strada a sinistra appena fuori dell'abitato raggiungiamo in due chilometri la romanica chiesa di San Gregorio, di poco posteriore al Mille.
Da Bajardo sale anche la strada sterrata che porta a Pian del Re dove, sotto un cumulo di oltre diecimila sassi protetto tutto attorno da un muricciolo, è stata scoperta una tomba preistorica; le campagne archeologiche vi hanno recuperato manufatti in selce e diaspro oggi esposti al Museo di Sanremo.
Tornati alla provinciale prendiamo la strada che scende su Apricale; poco prima di arrivare all'abitato se ne distacca a destra la deviazione che ci porta al parcheggio presso il camposanto.