Pieve di Teco - Viozene
Percorrendo la SS 453 da Albenga si giunge nei pressi di Pieve di Teco (km 22), che si evita col nuovo tracciato in galleria della SS 28, e si prosegue verso il Colle di Nava mentre il panorama si fa decisamente alpestre.
L'ampio valico del Colle di Nava (m 934) mette in comunicazione l'Alta Valle Arroscia con l'Alta Valle Tanaro e dà accesso ad un ridente pianoro circondato da pendici boscose.
La strada lo percorre tutto sul lato sinistro e sembra infilarsi come in un imbuto verso Ponte di Nava (km 40 - m 816) avendo sulla destra le bancate rocciose della Rocca Ferraira con l'appendice della Rocca Slanciata (in alto, al centro, la piccola frazione di Quarzina).
Svoltando a sinistra alla volta di Viozene, la strada si snoda accanto al corso del fiume Tanaro avendo sulla sinistra le imponenti pareti rocciose della Rocca Pizzo, della Rocca Rossa e del Monte dei Cancelli (m 1534) che si interrompono alla confluenza del torrente Tanarello nel Negrone (che da questo punto assume il nome di Tanaro). Diventa più interessante il lato opposto della valle dove comincia ad emergere la cresta del Mongioie col possente profilo della Rocca Garba e le movimentate balze di Cima delle Colme, Pian Comune e Rocce del Manco che precipitano su Pian Rosso con ardite guglie rocciose.
Il lato opposto della valle è chiuso dalla dentellata, quasi rettilinea e lunga cresta di Pian Cavallo.
Giungiamo a Viozene con opzione gita a piedi al Rifugio Mongioie.
ESCURSIONE A PIAN ROSSO
(trekking)
Da Viozene (m 1250), si sale in località Piumini (m 1270), quindi a Tetti di Pian Rosso (m 1524): ancora pochi passi e siamo quasi sul ciglio del pianoro con il Rifugio Mongioie (m 1550), al centro in bella evidenza (tempo di salita: 1 ora scarsa, dapprima su stradella e poi su buon sentiero).
Il vasto pianoro con incredibile fioritura primaverile ed estiva è attualmente sfruttato a pascolo, mentre nei tempi passati era seminato a segale e patate per il sostentamento dei ben più numerosi valligiani.
Il panorama offerto è di primo ordine, con vista dettagliata su Viozene in basso e su Pian Cavallo sul lato opposto della valle. Verso nord abbiamo la ravvicinata barriera rocciosa culminante nel Mongioie con, a destra, il Bric Conoia.
In estate, il Rifugio Mongioie effettua servizio navetta da Viozene a Pian Rosso salendo per una stradina di circa 2,5 km (eventualmente percorribile anche a piedi) più monotona, ma più facile rispetto alla mulattiera che parte direttamente da Viozene.
Possibile escursione dal Rifugio (m 1550) fino alle Vene del Tanaro (m 1525) su sentiero ottimamente segnalato (circa 1 ora).
Dalle Vene del Tanaro è possibile salire, passando sotto le spettacolari Rocce del Manco, fino alla Colla di Carnino (m 1592) e scendere poi a Carnino (m 1390) in 1 ora e 15 dalle Vene.
Da Carnino in auto, in circa 8 km si ritorna a Viozene.
Volendo, da Carnino - ritornati sulla SP e superando (in galleria protetti da due paravalanghe) l'orrida Gola delle Fascette - in circa 3 km si giunge a Upega, villaggio montano con tipiche balconate lignee ben conservate.
Nei mesi estivi, permanendo l'impossibilità di raggiungere Monesi da Mendatica o da Nava, è possibile da Upega risalire per pochi chilometri il ben noto Bosco Nero: in prossimità della Colletta, nei pressi dell'area pic-nic del Giaireto, svoltare a destra in una sterrata che - attraverso il Bosco delle Navette - raggiunge la rotabile ex militare a fondo naturale e a traffico regolamentato e che, in un viaggio indimenticabile di una quarantina di km tra le più alte vette delle Alpi Liguri ed estesi panorami su tutte le Marittime, arriva sul Colle di Tenda Vecchio, dove si rivede l'asfalto.
Svoltando a destra si può scendere a Limone Piemonte; in alternativa e più avventurosamente, svoltando a sinistra e ritornando sullo sterrato si raggiunge la bassa Peirafica e Casterino dove, ritrovato l'asfalto, si scende per la Val Roia fino a Ventimiglia.
LA ROTABILE MONESI - LIMONE PIEMONTE
La storia
La rotabile (ex militare) è nota, impropriamente, come Via del Sale o Via Marenga.
In realtà, si tratta del tratto più spettacolare di una serie di itinerari di altura che, a partire dal '700, servivano a collegare il sistema di fortificazioni eretto a difesa dei confini nazionali. Comprendeva altresì i settori dell'Alta Valle Roia e dell'Alta Valle Tanaro, dall'Authion (allora in territorio italiano) fino al Colle di Nava.
Queste vie, quasi tutte teoricamente transitabili con adeguati automezzi (fatte salve le limitazioni delle locali Amministrazioni), nel loro percorso incrociano numerose mulattiere: le vere Vie del Sale o Marenche.
Queste Vie Marenche hanno origini antichissime e sono percorribili tuttora. I nostri antenati partivano dalla costa o dai principali centri delle valli e, attraverso numerosi valichi montani, a dorso di mulo, portavano le merci (prevalentemente sale, acciughe salate e olio) verso la pianura piemontese o verso la Francia, ritornando con carichi di farina, uova ed altri prodotti.
Ogni vallata aveva il suo itinerario che, in alto, si snodava per alcuni tratti in comune con altri. Quindi si staccava e raggiungeva, attraverso le percorrenze ritenute più comode, i luoghi della pianura oggetto dei commerci.
Già dopo la prima guerra, ma ancor più nel secondo dopoguerra, tutti questi itinerari (a volte apparentemente illogici dal punto di vista geografico per via dei mutevoli confini amministrativi dei vari territori attraversati) sono stati completamente abbandonati a causa del mutare delle ragioni economiche.
Negli anni, si è ridotto a ben poca cosa sia lo sfruttamento del bosco che l'alpeggio; nel frattempo, per lo scambio dei loro prodotti, gli altri luoghi del territorio (non montano) potevano fruire sia di un nuovo sviluppo viario che dei moderni e veloci mezzi di trasporto.
Abbastanza recentemente, ci si è resi conto che questo "obsoleto" reticolo viario (tenuto in vita, bisogna pur dirlo per amore di verità, dai cacciatori e da qualche raro alpinista), perduta la sua valenza economica e militare, poteva essere valorizzato a fini ludici e turistici: così si è cominciato a segnalare sistematicamente e mantenere puliti sentieri e mulattiere.
Più tardi, in un disegno complessivo di valorizzazione del territorio, si è pensato ad imprese più impegnative e, pur nella limitatezza generale delle risorse, il tratto della ex militare Monesi - Limone Piemonte è stato reso transitabile in accettabili condizioni di sicurezza, seppur con forti limitazioni per il traffico motorizzato.
Con l'adozione di due barriere per la riscossione del pedaggio (15 euro per le autovetture - 10 euro per moto e quad), a Briga Alta (permanendo l'impossibilità di raggiungere Monesi) in località Navette ed a Limone Piemonte in località Cabanaira è stato consentito il traffico veicolare ad un massimo di 80 vetture e 150 moto giornaliere, dal mercoledì alla domenica di ogni settimana per il periodo che, generalmente, inizia a fine giugno e termina il 15 ottobre. Per i restanti periodi dell'anno l'accesso è inibito dalle sbarre ed è fruibile esclusivamente da pedoni e bikers.
Lo spostamento della barriera d'accesso al Bosco delle Navette riduce di circa 10 km il tracciato che tuttavia, paradossalmente, risulta più affascinante e piacevole perché l'avvicinamento dal Vallone di Upega ha valori paesaggistici unici ed elimina i tratti di rude sterrato che da Monesi si incontrano prima di arrivare alla barriera-pedaggio.
Il percorso
La barriera di accesso è posta a m 1900 in località Bosco delle Navette (così chiamato perché il legname tratto dal bosco era utilizzato prevalentemente per la costruzione di barconi e bastimenti).
Dopo la forte salita affrontata per giungere alla barriera, la rotabile si snoda in piano avendo a destra i margini del bosco ed a sinistra i pendii prativi che portano alla Colla Rossa.
Dopo circa 2 km si arriva a Poggio Lagone (m 1898) dove, in basso, occhieggia un bel laghetto. Da qui, un sentiero ben segnalato scende ad Upega in meno di due ore.
È possibile salire per sentiero anche a Colla Rossa (m 2175) in circa un'oretta, ma - nonostante si tratti di sentiero ben segnalato - è consigliato solo a chi sia pratico di montagna perché il tracciato, pur essendo facile, non sempre è evidente. Dal largo valico, bella veduta sul Monte Bertrand (m 2482).
La rotabile ora pianeggia per diversi km nel bosco che, specialmente in autunno, assume colori meravigliosi, mentre la sede stradale si ammanta di un morbido tappeto di aghi di larice: poi, a meno di 1 km dal Passo di Selle Vecchie (quota m 2050 circa), la vegetazione dirada e la vista si apre in basso verso l'imponente bosco appena attraversato con vista sul profondo solco creato dal Rio Nivorina e sulle case di Upega che si intravvedono nel fondovalle.
Imponente la vista sulla Cima di Pertegà i cui fianchi sono incisi a destra dalla rotabile ex militare diretta al Colle dei Signori.
All'importante valico confluiscono gli itinerari del versante est dell'Alta Valle Roja (ora francese) attraverso i Valloni di Morignolo (La Brigue) e du Bachialon (Tende).
Al valico c'è possibilità di parcheggio per alcune auto.
ESCURSIONI DAL COLLE SELLE VECCHIE
Ecursione 1: la salita al Monte Bertrand
(trekking)
Normalmente, l'escursione viene effettuata partendo da Upega (m 1200 di dislivello) o da Poggio Lagone (con 600 m di dislivello), per salire in Colla Rossa (m 2179) ed immettersi così nella splendida e antica mulattiera di altura. Sono percorsi ben segnalati, ma che potrebbero risultare eccessivi per chi non è abituato alla pratica della montagna.
Si propone pertanto la salita per il versante nord (400 m di dislivello), tutto su larga mulattiera e con salita regolare fino alla vetta, come appare evidente dalla foto scattata dalla Cima di Pertegà (m 2404).
La mulattiera, in partenza dal Colle Selle Vecchie (m 2097), risale il pendio visibile alla base della croce fino a giungere al Colle del Vescovo (m 2182) posto sulla cresta. Qui, piegando sulla sinistra, percorre tutto il regolare crinale fino alla Cima di Velega (m 2384), dove pianeggia per alcune centinaia di metri prima di raggiungere la quota massima di 2400 m al bivio per la vetta del Monte Bertrand (m 2484). Prendendo a destra rispetto alla mulattiera su un facile sentierino, in poco tempo si raggiunge la massiccia croce di vetta.
Tempo totale di percorrenza: 1 ora e 30' / 1 ora e 45', ma tutto dipende dalle gambe… sono comunque 400 metri di dislivello da superare su terreno regolare.
Dalla vetta, il panorama sulle Marittime è grandioso.
Lontano verso ovest, da sinistra si individua il regolare dosso della Cima Scandail (m 2454), le due ravvicinate cuspidi del Capelet Superiore (m 2637) e della Cima del Diavolo (m 2685), il Monte Bego (m 2872), il Grand Capelet (m 2935) e le vicine Rocce Muffié, poi le Tre Cime del Basto che emergono da una chiazza chiara di sfasciumi, quindi il Cimienais (m 2918), l'acuta Lusiera (m 2907), il massiccio Clapier (m 3045), il Monte Gelas (m 3143), la Cima alla Maledia (m 3061). E poi, accanto alla croce, a sinistra l'Argentera (m 3297) ed a destra il Monte Matto (m 3088).
Più vicino, verso sud, l'occhio cade sulla larga e brulla depressione di Colla Rossa (m 2179), dove si può scendere direttamente per tracce di sentiero (assolutamente sconsigliato a chi non è pratico di montagna) oppure seguendo il lungo percorso della bella mulattiera che abbiamo lasciato al bivio per la vetta.
Oltre Colla Rossa, questa mulattiera d'altura (un'antica Via del Sale) con fantastico percorso sale (m 2300) fin quasi alla vetta di Cima Missun (m 2356) per scendere, con percorso quasi sempre di cresta, alla Colla Cravirola (m 2259) - nella foto con il nodo di quota (m 2273) e Punta Farenga (m 2211) - e poi con largo semicerchio sul fianco della Cima Ventosa (m 2136), per scendere al vicino Passo del Tanarello (m 2036).
Tenendo una macchina al Passo del Tanarello e un'altra al Colle Selle Vecchie si può evitare il ritorno a piedi: non è una cosa impossibile, ma si tratta pur sempre di un impegno di 4/5 ore.
Ritornati sul nostro Bertrand, la vista verso nord è altrettanto stimolante.
Vicino, abbiamo la facile via di salita con la linea di cresta che scende alla Cima di Velega (m 2384), dove il crinale piega bruscamente a sinistra fino alla Cima del Vescovo (m 2284).
Più lontano, da sinistra, la Cima del Cuni (m 2260) con il lontano Monviso che sembra toccare le nuvole, il Colle della Boaria (m 2102) dove transita la rotabile come meglio vedremo in seguito, la Cima della Fascia (m 2495), il Passo di Colla Piana (m 2219) con dietro la scura sagoma del Bric Costa Rossa (m 2404), quindi il Monte delle Carsene (m 2383), il "dentino" del Castello delle Aquile (m 2513), la Cima dell'Arnusso (m 2526) e Punta Marguareis (m 2651) con davanti la Cima di Pertega (m 2404) con la linea bianca della rotabile che sale verso il Passo di Framargal.
Poco più a destra di Punta Marguareis, il Colle dei Torinesi (m 2450), Cima Pareto (m 2538), Cima Bozano (m 2564), Cima Palù (m 2538), Punta Emma (m 2527) e le dentellate Rocche Bisté che scendono sul largo Colle del Pas (m 2342).
Poi, la Cima Pian Balaur (m 2604), la Cima delle Saline (m 2612), la scura Cima Seirasso (m 2436) e la larga depressione che porta al Colle Brignole-Seirasso (m 2329) a cui segue la Cima della Brigola (m 2472). Vicino, da sinistra, la rotabile che taglia tutto il pendio della Cima del Pertegà fino al Passo di Framargal (m 2179) e la cresta del Ferà (m 2235).
In basso, sotto il prato, il Bosco delle Navette, il Vallone di Upega con al fondo i puntini bianchi delle case di Upega (m 1300), oltre le quali si intuisce la profonda Gola delle Fascette, mentre a destra si eleva la Cima di Cantalupo (m 1890), la Quota 1906 (stranamente senza nome pur essendo la quota più alta alla cresta), la Cima di Pian Cavallo (m 1896) e Monte Cimone (m 1831) col suo antiestetico ripetitore ben visibile quando si sale da Ponte di Nava verso Viozene.
A sinistra di Upega, a delimitarne il Vallone, la Cima Caplet (m 1956), il Ferà (m 2235) e la larga depressione del Passo di Framargal (m 2179) poco sotto la rotabile.
In alto, seminascosti dalle nuvole, il Mongioie (m 2630), il dentellato Bric Conoia (m 2531) ed il Pizzo d'Ormea (m 2476).
Ritorno: per il medesimo percorso dell'andata (1 ora circa).
Escursione 2: da Selle Vecchie al Colle dei Signori per la Via del Sale
(trekking)
Da Selle Vecchie, anziché procedere sulla ex militare, è possibile giungere facilmente al Colle dei Signori per l'antica Via del Sale che abbiamo in precedenza descritto fino al Passo del Tanarello.
Sempre dal Colle Selle Vecchie, una ripida mulattiera discende l'angusto Vallon de Bachialon (a sinistra), si immette nel Vallon de Refrei e raggiunge le Grange de La Pia (m 919) dove, divenuta stretta carrozzabile, raggiunge Tenda.
Lontano, da sinistra a chiudere il Vallon de Refrei, la massiccia Cime de Pepin (m 2344).
Più vicino, dopo uno spuntone roccioso quasi su una stessa linea, la Cima di Seneca (m 2138), la Cime de Malabergue (m 2188) e la Cima del Cuni (m 2259).
Volgendo lo sguardo più a destra, il pendio dalla Cima di Seneca sale alla cuspide rocciosa della Cima di Capoves (m 2260), mentre la scura sommità della Cima della Fascia emerge da un ammasso di biancastre rocce calcaree.
Dopo un tratto iniziale moderatamente ripido in cui si guadagna un centinaio di metri di quota, la mulattiera descrive quasi in piano un largo semicerchio, passa sotto alcune caratteristiche roccette in prossimità del Colle Capoves poco sotto Cima Capoves (m 2260) dove ritornata sul versante italiano e scende con bellavista sulla lunga sommità della Cima Gallina (m 2400) e, più a sinistra, sul Marguareis immettendosi infine nella rotabile ex militare a poche decine di metri dal Colle.
Giunti all'inizio del semicerchio, è possibile, svoltando a destra ed affrontando il ripido pendio, salire per facili tracce alla Cima di Pertegà (m 2404) e percorrerne la piatta cresta dalla semplice croce fino all'ometto di vetta.
A sinistra le curiose forme del Ferà (m 2235) e della Rocca del Ferà (m 2221). Verso nord, bellissima vista sulle vicine roccette e sulla Cima di Capoves (m 2260) con i fianchi del crinale segnato a destra dalla rotabile ex militare che arriva al Colle dei Signori.
Il ritorno si può effettuare o per la stessa via o percorrendo i circa 5 km che separano il Colle Selle Vecchie dal Colle dei Signori. Il percorso per l'antica mulattiera è notevolmente più corto.
La salita alla Cima di Pertegà (200 m aggiuntivi di dislivello) è semplice, ma trattandosi di tracce individuabili a vista sul facile pendio è assolutamente sconsigliabile in caso di scarsa visibilità.
Per la vecchia mulattiera, l'andata/ritorno è effettuabile in circa 2 ore (calcolare ulteriori 75 minuti per la salita alla Cima di Pertegà).
Riprendendo da Colle Selle Vecchie in leggera salita si giunge - in circa 2,5 km - a m 2200 sopra al Passo di Framargal (m 2179) con l'esile traccia del sentiero di cresta diretto al dado del Ferà (m 2235) a cui seguono i dentini della Rocca Ferà (m 2221); a destra la scura costiera di Pian Cavallo e a sinistra il Mongioie.
La rotabile, sempre sul fianco della Cima di Pertegà, arriva fino a quota 2265 m circa, massima altezza di tutto il percorso. Quindi comincia a scendere rapidamente verso il Colle dei Signori (m 2112 - km 12 dalla sbarra) con la Cima di Capoves in bella evidenza.
A sinistra si nota la traccia della Via del Sale precedentemente descritta che si immette nella rotabile. In basso, si sviluppa il Vallone dei Maestri con il nuovo ed il vecchio Rifugio Don Barbera e l'ardita sagoma del Ferà (m 2235).
Il curioso nome del Vallone è dovuto al fatto che nel Medio Evo, nella bella stagione, veniva praticata la transumanza con trasferimento permanente ai monti di tutta la famiglia, piccini compresi, per accudire il bestiame del padrone.
I signori del luogo, per non far perdere ai bambini dei propri sudditi l'insegnamento, pagavano un maestro (in genere un chierico), perché frequentasse i vari pascoli ed impartisse adeguata istruzione ai piccini.
Oltre il Colle dei Signori, si entra in un'amplissima conca circondata da una corona di montagne che cambiano lo scenario ad ogni svoltar di curva; a tratti rocciosi, che assumono talvolta forme bizzarre per effetto di antiche glaciazioni e recenti agenti atmosferici (il vento ma soprattutto la pioggia incidono e anche sciolgono questo tipo di roccia carbonatica), si alternano estesi spazi verdi che contrastano con il candore delle rocce e l'azzurro del cielo.
Quello che appare come un tozzo roccione, svoltato l'angolo si presenta come un'acuta punta e ad un certo punto, se non ci fosse la rotabile come preciso punto di riferimento, non si riuscirebbe più a capire dove stiamo procedendo.
A destra abbiamo la Cima di Gallina (m 2400) e poi Punta Marguareis (m 2651).A sinistra, subito dopo il colle, si stacca un sentierino che - percorso brevemente il piccolo Piano Scevolai - scende poi ripido alla Vacherie de Malabergue nel Vallone di Refrei.
Il valloncello è delimitato in alto dal tozzo mammellone roccioso di Castel Frippi (m 2256) e dal Monte delle Carsene (m 2383).
Superato un costone roccioso, si scende ben presto e dolcemente al vasto Piano degli Ambrogi (m 2080) dominato dall'imponente Castel Frippi e dal Castel Scevolai.
Descrivendo un ampio semicerchio ai margini della conca, si giunge in leggera salita al ristrutturato Gias di Pian degli Ambrogi (m 2100), mentre la rotabile si insinua nella depressione tra i due "castelli" salendo al Colle di Malaberga (m 2200) per raggiungere un'altra conca che si contorna ancora sulla destra perdendo leggermente quota.
Poco prima di passare al versante opposto del vallone con la rotabile che segna tutto il versante occidentale della Testa Ciaudon (m 2384), si stacca a quota 2150 metri circa il sentiero GTA (Grande Traversata delle Alpi) ampiamente segnalato, diretto all'Alta Valle del Pesio e poi dell'Ellero.
Intanto, la rotabile giunge lentamente al termine della zona carsica, perde ulteriormente quota per qualche decina di metri e tocca il Colle della Boaria (m 2102 - km 8 dal Colle dei Signori - km 20 dalla sbarra del parco) dove sono presenti numerosi resti di manufatti militari.
A destra, vicinissima, la prativa Cima di Malaberga. Lontano, lambito dalle nuvole, il Marguareis, che da questa prospettiva assume l'aspetto di un volto dormiente.
Il Colle della Boaria mette in comunicazione la testata della Val Roja, ora in territorio francese, con la Val Vermenagna e col centro sciistico di Limone Piemonte.
Ecursione 3: anello del Colle alla Boaria
(trekking)
Partendo dal Colle della Boaria è possibile effettuare una panoramica escursione camminando sul percorso della GTA fino al Colle della Perla e da qui ritornare al Colle della Boaria per la rotabile ex militare.
Il percorso secondo le paline segnaletiche avrebbe la durata di 1 ora, ma noi - che siamo tranquilla gente di città - pensiamo di metterci almeno 1 ora e 30, nulla che poi ci impedisca di passare dalla sbarra posta alla Cabanaira prima della chiusura della stessa.
Al colle (m 2102), si abbandona l'autovettura e si inizia a salire a sinistra per bei pendii prativi verso la Cima del Cuni. Bella e dettagliata la vista (da quota 2140 metri circa): in basso il Colle della Boaria con i ruderi delle casermette ed i bellissimi pascoli della zona che sale verso Colla Piana con alla base la rotabile diretta al Colle dei Signori.
Al centro la Testa Ciaudon (m 2386), la Punta San Salvatore (m 2415) con la bella cresta rocciosa che scende alla Testa San Salvatore (m 2163) mentre su tutto emerge, ardita da questa prospettiva, la Cima della Fascia (m 2495). Più a destra i pascoli della Cima di Malaberga (m 2188) con a sinistra il caratteristico profilo del Marguareis.
Il sentiero continua a salire fino a quota 2200 metri con bella vista sulle roccette terminali della Cima del Cuni e con vista in basso sul Colle della Perla (m 2083), raggiunto anche dalla rotabile che percorreremo poi per ritornare al Colle della Boaria.
Dal Colle della Perla si stacca a sinistra il percorso della GTA che risale i fianchi della Cima del Becco (m 2300) e che, con lungo e splendido percorso di cresta, scende al Forte Centrale e poi al Colle di Tenda.
A destra del Colle si estendono i vasti pascoli del Vallone San Giovanni (Val Vermenagna- Limone Piemonte) in cui la rotabile, con un larghissimo semicerchio alla base della massiccia Cima di Pepino (m 2344), si porta al Colletto Campanino (m 2142).
Toccato il Colle della Perla (m 2083), svoltando a destra, percorriamo la rotabile in direzione del Passo della Boaria risalendo il versante opposto della Cima del Cuni fino a quota 2180 metri dove la strada con un paio di spettacolari tornanti ci riporta al Colle della Boaria, dove recuperiamo l'automezzo.
Raggiunto il Colle della Perla, questa volta in auto, percorriamo pianeggiando lungamente tutto l'orlo settentrionale della conca ai piedi alla massiccia Cima Pepino (già osservata nell'escursione a piedi intorno alla Cima del Cuni).
In basso, occhieggiamo alcuni laghetti (talvolta asciutti a fine stagione) e, davanti a noi, si snoda la rotabile che sale Colletto Campanino (m 2142) posto alla base dell'ardita mole dell'omonimo Bric (m 2262) in prossimità del Colletto; uno dei laghetti prima osservati assume la perfetta forma di un cuore.
Lontano, al centro del pianoro, si eleva il verde Bric della Perla (m 2183), con a destra il traverso della rotabile che taglia le pendici del Cuni e, a contatto delle nuvole, il Marguareis.
Si inizia ora a scendere nel Vallone Cabanaira segnato da alcuni impianti di risalita ed in prossimità della stazione d'arrivo della Cabanaira (m 1950 circa) dove si esce dal settore regolamentato della rotabile; la rocciosa parete nord della Cima del Becco Rosso (m 2214), toccata con il percorso di cresta della GTA, sembra rappresentare l'ultima difficoltà della strada.
Infatti, a quota 1800 circa, passando sotto i ruderi delle caserme del Forte Centrale, si immette nella strada del Colle di Tenda poco a valle del passo (km 30 dalle Navette).
La descrizione analitica della Monesi - Limone termina qui: chi ne ha abbastanza di sterrato e stradine di montagna può scendere a Limonetto e poi al traforo del Tenda per il ritorno al luogo di partenza. Chi fosse invece votato all'avventura, disponendo di un'auto adeguata (cioè dal fondo piuttosto alto), una volta giunto sulla strada per il Colle di Tenda (vecchio) può svoltare a sinistra e per sterrato raggiungere il valico posto a quota 1871 metri.
La strada per la discesa del colle dal versante francese è chiusa; però, a destra, una sterrata con andamento prevalente da nord-est verso sud-ovest porta dapprima al Forte Margherita (m 1842), passa quindi alla base dell'imponente Rocca dell'Abisso, risale alla Bassa di Peyrafica (m 2028) e, divenuta asfaltata da qualche chilometro, raggiunge Casterino (m 1540): da qui, lungo la Val Roja, in una cinquantina di chilometri si arriva a Ventimiglia.